A cura di Roberta D’Adda, Filippo Piazza e Enrico Valseriati
Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552 restituisce al pubblico di oggi lo spirito di un’epoca. Brescia nel 1506 è una città di circa 60.000 abitanti, tra le venti città più popolose del continente europeo, più di Roma e più di Madrid; è uno dei centri nevralgici della Repubblica di Venezia in terraferma, un grande emporio commerciale e produttivo.
La mostra ospitata presso il Museo di Santa Giulia, accompagnata da una serie di itinerari in città, è un invito a immergersi in un percorso tra arte, storia, filosofia e religione, svelando un Rinascimento che ha saputo celebrare le donne, che ha identificato nella natura uno spazio di armonia e una fonte di possibile sviluppo, che non è rimasto indifferente ai primi fermenti di riforma religiosa e che è stato segnato da una immane tragedia ma ha saputo superarla. È il racconto di una città che indaga la sua storia e la sua identità attraverso i capolavori della sua più grande stagione pittorica.
Dipinti, oggetti, libri, armature, strumenti musicali diventano testimoni di un periodo che si apre con il brutale Sacco della città (1512), la crisi sociale, economica, morale che ne consegue e prosegue con la rinascita, colma di inquietudine così come di desiderio verso un nuovo tempo di pace e prosperità. L’esposizione è resa straordinaria grazie alla presenza di prestiti provenienti da alcune tra le più importanti istituzioni internazionali come: MET di New York, National Gallery di Washington, Getty Museum di Los Angeles, oltre a New Orleans, Allentown, National Gallery di Londra, Kunsthistorisches di Vienna e Szépművészeti di Budapest.