a cura di Karol Winiarczyk
gres art 671 presenta a Bergamo between breath and fire, la mostra dedicata a Marina Abramović, una delle figure più influenti del nostro tempo, che indaga alcuni temi chiave che hanno contraddistinto la carriera cinquantennale dell’artista: il respiro, il corpo, la relazione con l’altro e la morte, così come la grandezza, la solitudine, il mito, la caducità dell’essere umano.
30 lavori recenti e storici, presentati tra interno ed esterno, coinvolgono in un rapporto osmotico lo spazio espositivo e, per la prima volta, anche il giardino con il paesaggio sonoro Tree, in cui la diffusione tra gli alberi di un canto di uccelli sfuma i confini tra naturale e artificiale, tra realtà e finzione, tra mortalità e trascendenza. Un percorso completo e complesso, che si articola attorno all'installazione cinematografica Seven Deaths dedicata da Marina Abramović a Maria Callas, di cui diventa una sorta di alter ego: un amore che ha avuto origine nell’adolescenza dell’artista serba, che ricorda di aver sentito per la prima volta la voce della Divina nella cucina della nonna a Belgrado e di essersi commossa per la sua potenza emotiva.
Il percorso raccoglie e racconta l’intero percorso artistico di Marina Abramović, in un itinerario che parte dalle prime celebri performance, come Lips of Thomas in cui l’artista, nel 1975, si incise una stella a cinque punte sull’addome e si sdraiò su blocchi di ghiaccio fino all’intervento risolutivo del pubblico o come Art Must Be Beautiful, The Artist Must Be Beautiful, video in cui la ripetizione ossessiva del titolo è accompagnata dalla visione dell’artista che si pettina aggressivamente con una spazzola. Di fronte al video, il pubblico è invitato a danzare davanti alla proiezione in uno spazio apposito, in modo da sfumare i confini tra partecipazione e presenza.