Il Ministero della Cultura della Repubblica di Albania annuncia la partecipazione alla 56. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia con Albanian Trilogy: A Series of Devious Stratagems (Una serie di equivoci stratagemmi), un progetto di Armando Lulaj, a cura di Marco Scotini, ospitato negli spazi dell’Arsenale.
Una riflessione sulla storia sociale albanese, un unico corpus narrativo articolato in tre momenti distinti: Albanian Trilogy è una sorta di macchina museale del passato, con strani cimeli e trofei, che presenta contemporaneamente fiction e materiale documentario. Unendo evocazione e documentazione, il progetto si concentra su una fase storico-politica tanto importante per la costruzione dell’identità non solo albanese, ma internazionale: in mostra tre video, materiale d’archivio, oltre a un enorme scheletro di balena, contemporaneamente protagonista e testimone silente.
Albanian Trilogy rappresenta per Armando Lulaj (Tirana, 1980) la conclusione di molti anni di ricerca sul periodo della Guerra Fredda in Albania e, in particolare, sui relativi temi della memoria collettiva e dell’esperienza storica, raccolti in una trilogia filmica. Il primo lavoro di questa serie è It Wears as It Grows (2011), la seconda opera della trilogia è il noto progetto NEVER (2012), mentre il terzo video, Recapitulation (2015) è stato realizzato appositamente per la Biennale Arte 2015.
Il lavoro di Lulaj gioca soprattutto sulle lacune della storia: come racconta il curatore Marco Scotini “mostra terreni friabili lì dove ci si aspetta di trovare potenti rappresentazioni non scalfibili”. In Albanian Trilogy la ricerca artistica di Lulaj sugli spettri del socialismo e quella curatoriale di Scotini sulle politiche della memoria raggiungono un importante esito comune.