Ritorna a Santa Croce, a cinquant'anni dall'Alluvione, il capolavoro restaurato di Giorgio Vasari.
"A cinquant’anni dall’Alluvione di Firenze riappare il grande dipinto di Giorgio Vasari che pochi possono ricordare d’aver visto: quell’Ultima Cena che acqua e fango travolsero in una sala del Museo dell’Opera di Santa Croce nel novembre del 1966. Una storia straordinaria di studi, speranze, restauro e avanguardie tecnologiche, generosità dei mecenati e attese, permette ora di riconsegnare al mondo un capolavoro. Ritorna alla luce e al colore, quanto pareva spento per sempre: l’Ultima Cena è una storia che guarda al futuro". Irene Sanesi, presidente Opera di Santa Croce.
"Il restauro dell’Ultima Cena di Giorgio Vasari di Santa Croce, a lungo considerato di pressoché impossibile recupero, e per questo rimasta per 40 anni nei depositi della Soprintendenza, rappresenta la vittoria di una sfida che l’Opificio delle Pietre Dure ha raccolto nel 2004 e che ha portato a compimento grazie alla sua molteplice natura di laboratorio operativo, istituto di ricerca e Scuola di restauro. Queste linee di azione hanno contribuito a costruire un progetto innovativo che ha conseguito risultati superiori alle aspettative e che ha potuto usufruire del supporto della Protezione Civile, di Getty Foundation e di Prada, oltre al consueto sostegno da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo". Marco Ciatti, soprintendente Opificio delle Pietre Dure.